Non sarà bella, la Juve, ma è un tipo. Un tipo estremamente forte, meravigliosamente consapevole dei propri mezzi al punto da fregarsene di tutte le disquisizioni sul gioco. Si tratta, in effetti, di discussioni sterili almeno quando si guarda la classifica: dopo la vittoria di ieri contro l’Atalanta i bianconeri hanno quattro punti di vantaggio sul Napoli, in pratica una gara-bonus, e lo scontro diretto da giocare allo Stadium.
Nulla è deciso, Sarri fa bene a credere ancora nello scudetto perché gli impegni europei possono pesare nella volata della Serie A. Però Allegri da dicembre marcia a una velocità incredibile ed è proprio questa parola – velocità – la chiave per capire la Juve. Ieri, come quasi sempre, i bianconeri hanno trasformato la gara in un normale viaggio verso la vittoria da affrontare senza intoppi: la Juve ha inserito il «cruise control» in avvio, si è affidata alla modalità comfort e poi, quando è stato necessario, ha alzato leggermente il ritmo affidandosi alla qualità dei suoi campioni.
Non è bellezza anche questa, forse? Non è bella la capacità di vivere la stagione, dopo sei scudetti consecutivi, con la voglia di arrivare fino in fondo in tutte le competizioni e quindi con la necessità di gestire la testa e il fisico per nove mesi? Certo, anche ieri ci sono stati dei momenti di calcio noioso e bruttino tecnicamente. Ma non ci sono stati momenti in cui la Juve ha davvero pensato di non riuscire a vincere. E non c’è nulla che conti di più quando hai la prima occasione stagionale di staccare i tuoi avversari.
DECIDE LA QUALITÀ Il Napoli, per esorcizzare la paura di piombare a meno quattro, poteva puntare solo sulla legge dei grandi numeri: prima o poi la Juve perderà qualche punto, prima o poi prenderà un gol, prima o poi l’Atalanta uscirà felice dallo Stadium dove è sempre stata sconfitta. Prima o poi, già, ma non ieri: dodicesima vittoria consecutiva, nessuna rete incassata nel 2018, per la terza volta nella stagione anche nessun tiro nello specchio della porta bianconera. Sia chiaro,
l’Atalanta non si è scansata. Anzi Gasperini è stato bravissimo a preparare la partita e a sorprendere la Juve con un paio di mosse tattiche. Allegri, con la necessità di risparmiare Khedira, ha riproposto il 4-2-3-1 evidentemente senza farsi condizionare dal ricordo delle sfide con i nerazzurri. Negli ultimi due pareggi di campionato contro l’Atalanta, infatti, la Juve aveva sempre giocato con quel modulo, mentre nei due recenti successi in Coppa Italia era scesa in campo con il 4-3-3. Vista la situazione Gasperini ha allargato Ilicic e Haas alle spalle di Gomez per bloccare la costruzione con i terzini e ha mandato De Roon a pestare i piedi a Pjanic. Insomma l’Atalanta ha provato a togliere l’aria alla Juve e allora a portare
l’ossigeno ci hanno pensato gli attaccanti che si sono abbassati molto per facilitare l’avvio della manovra, ognuno con le proprie caratteristiche: Higuain con le sponde e il gioco corto, Dybala con i dribbling e le aperture, Douglas Costa con le accelerazioni. Per un po’ l’Atalanta ha retto, anche perché i difensori si alzavano molto dietro alle punte di Allegri per aumentare la pressione: le due squadre erano cortissime a centrocampo, ma questa è diventata la trappola mortale per i nerazzurri. La Juve ha chiuso agevolmente la strada verso Buffon togliendo gli spazi per gli inserimenti e le giocate in profondità e poi si è affidata alla qualità individuale per risolvere la pratica. È bastato un errorino sulla trequarti bianconera per innescare la volata di Douglas Costa che ha spezzato l’equilibrio: filtrante per Higuain, controllo e sentenza nell’angolo. È il gol numero 23 della Juve nella prima mezz’ora, a proposito del discorso sulla velocità. Allegri imposta la partite come vuole e poi le gestisce.
ZERO PERICOLI A inizio ripresa i bianconeri hanno provato a raddoppiare, poi si sono chiusi mentre Gasperini inseriva tutte le punte e cambiava più volte modulo ma senza creare grandi occasioni a parte un colpo di testa di Mancini, finito fuori di poco. L’espulsione dello stesso Mancini ha virtualmente chiuso la partita in anticipo e i bianconeri hanno fatto il bis con una bella azione corale partita da destra (De Sciglio), proseguita a sinistra (Dybala), rifinita al centro (Higuain)
e conclusa da pochi passi (Matuidi). Perché la Juve, quando vuole, sa anche giocare bene. Solo che lo vuole di rado e in fondo è questa la sua grande bellezza: specchiarsi poco e vincere tanto. Soprattutto quando è straordinariamente
importante riuscirci.
Autore: Anna Vuerich
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