Primoobiettivo già centrato per Walter Zenga: scuotere dal torpore una piazza che si era cloroformizzata per la serie di risultati negativi conseguiti. Personaggio mediatico come Pippo Inzaghi, Walter Zenga è stato accolto trionfalmente dai tifosi arancioneroverdi, che lo hanno atteso fuori dal Temporary Store del Venezia, all’interno dell’M9 a Mestre.
Giacca della società e camicia bianca per Joe Tacopina, maglia gialla della squadra per Walter Zenga, che si è immediatamente calato nella parte. «Zenga ha un carattere molto simile al mio», ha spiegato il numero uno arancioneroverde, «sentirlo parlare dentro lo spogliatoio è stato molto bello e non c’era un giocatore che non fosse catturato dalle sue parole e dalla sua personalità. Quando è sbucato fuori dal tunnel degli spogliatoi, inoltre, è come se avessi visto un leone uscire fuori dalla gabbia e lo stesso atteggiamento l’ho visto nel primo allenamento».

SINTONIA Doveva essere un incontro per conoscersi con Tacopina, Walter Zenga non si è più mosso dalla laguna. «Sono arrivato in una società ambiziosa, in una delle città più belle al mondo e ho conosciuto un presidente che mi ha dato immediatamente fiducia e con il quale mi sono trovato in sintonia subito, come se ci conoscessimo da tanti anni». In poche ore la trattativa ha portato all’esito auspicato da Joe Tacopina. «Quando sono stato contattato », ha aggiunto Walter Zenga, «ho preso il primo aereo da Dubai per Venezia e sono venuto solo per conoscerlo perché per me il rispetto delle persone viene prima di tutto. Se un presidente mi chiama, arrivo e ci parlo. Tra di noi è nato subito un feeling, adesso spero che attraverso il lavoro, la passione e l’entusiasmo arrivino quei risultati consoni al progetto del Venezia».

AZZERARE Zenga non guarda al recente passato del Venezia, ma solo all’immediato futuro. «Non giudico mai quello che è stato fatto in precedenza, anche perché ho il massimo rispetto per Stefano Vecchi. Io mi fido solo di quello che vedo, non di quanto mi dicono. Preferisco guardare i giocatori faccia a faccia, durante l’allenamento. I nomi si conoscono, ma bisogna conoscere le persone. Devo capire se hanno ancora quella passione e quella ferocia per lottare per qualsiasi obiettivo. Il passato non conta niente, il derby con il Verona è la “nostra” prima partita di campionato».

FEROCIA Zenga punta a far rivedere la squadra che aveva stupito nella passata stagione. «Prima di tutto, il Venezia deve ritornare a essere una squadra che si fa rispettare. Lo scorso anno, quando la vedevo giocare, mi dava l’idea di non temere nessuno. Questo spirito e questa ferocia magari si sono allentati, bisogna ritrovarli rapidamente ».

CROTONE La delusione di Crotone è attenuata, ma ancora viva in Zenga. «Non sono ripartito da Crotone perché ero scarico: società, città e tifosi mi hanno dato tantissimo, ma in quel momento non ero in grado di dare a loro quanto mi chiedevano. Mi sono ripulito l’anima, la retrocessione mi ha fatto malissimo. Adesso sono pronto a ripartire, non bado alla categoria. Non è importante il modulo, sono fondamentali i principi di gioco che un allenatore dà alla propria squadra. Esiste il rapporto che si crea tra giocatori e allenatore: io devo coinvolgerli, conoscendo di loro ogni più piccolo segreto. Voglio il massimo da tutti e chi non me lo dà, resta fuori, chiunque sia. Un risultato può essere frutto del caso, le prestazioni sono frutto del lavoro».

TEMPO Zenga è già immerso nel nuovo incarico. «Non ho voluto perdere nemmeno un minuto, ho subito stracciato il biglietto di ritorno per Dubai. Tacopina mi ha chiesto di rivedere una squadra che gioca, lotta, con un’anima». Il leone è uscito dalla gabbia, adesso tocca anche ai giocatori ruggire.

Sezione: Avversari / Data: Dom 14 ottobre 2018 alle 12:00 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Anna Vuerich
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