Tutto (o quasi) in dieci giorni. Simone Inzaghi rivendica (giustamente) i meriti della sua Lazio. Che è ancora in corsa su tre fronti nonostante la crisi dell’ultimo periodo (quattro sconfitteeun pareggio nelle ultime cinque partite giocate tra coppe e campionato).
Questo però è il momento della verità, perché quegli obiettivi, effettivamente ancora tutti possibili, potrebbero ridursi o allontanarsi da qui alla fine di febbraio. Quattro partite, due di campionato e due di coppe, dalle quali passano i destini stagionali dei biancocelesti.

Si comincia stasera col posticipo di Serie A con il Verona all’Olimpico. Un’occasione più unica che rara per tornare in zona Champions dopo il k.o. di sabato dell’Inter col Genoa. Si continua giovedì con la gara di ritorno dei sedicesimi di Europa League con la Steaua. Partita da dentro o fuori (c’è da rimontare l’1­0 dell’andata) come quella del mercoledì successivo con il Milan nella semifinale di ritorno di Coppa Italia (si parte dallo 0­0 di San Siro). Tra i due match di coppa c’è la partita di campionato col Sassuolo, per tenere vivo il sogno Champions.

VOLTARE PAGINA
Sì, è proprio il momento della verità. Per questo il tecnico si raccomanda: «Dobbiamo tornare ad essere quelli che siamo stati fino a un mese fa. Le ultime partite ci hanno insegnato che dobbiamo dare sempre il 120 per cento. Anche perché ora gli avversari ci affrontano in maniera diversa rispetto al passato». Sarà così anche stasera con un Verona del quale Inzaghi non si fida per niente: «È una squadra organizzata, con un allenatore esperto. Ed ha recentemente vinto a Firenze per 4­1. Dovremo fare una partita di sostanza».
La Lazio dovrà soprattutto evitare quei cali di concentrazione e quegli errori sottoporta che hanno caratterizzato le sue ultime uscite. L’allenatore ha battuto molto su questi tasti negli ultimi giorni ed è convinto che la sua squadra possa superare il momento­no vissuto nelle ultime due settimane. «Un periodo negativo ci può stare, meglio averlo avuto adesso che tra due mesi», chiosa Inzaghi.

CONTINUITÀ E MUGUGNI
Il tecnico è convinto che la sua squadra non fallirà questo mini ciclo della verità. Ed è sicuro di poter uscire dal tunnel con la stessa formazione che lo ha portato a volare altissimo contro tutti i pronostici. Avanti con il 3-­5-­1-­1, quindi. Perché i motivi della frenata non dipendono dal modulo secondo il tecnico.
E così nonostante l’assenza di Leiva per squalifica l’allenatore non arretra Luis Alberto in mediana per far posto a Felipe Anderson in avanti, ma ripropone lo spagnolo sulla trequarti a supporto di Immobile. E ovvia all’assenza del brasiliano accentrando Parolo e schierando Lulic come interno, con Lukaku sulla fascia. Per il resto sarà la squadra di sempre. E, come al solito, troveranno posto in panchina i musi lunghi di Felipe Anderson e Nani. Inzaghi nega irelativi mal di pancia («c’è stato solo un problema con Anderson, ma subito chiarito») e auspica invece che «la concorrenza porti ad avere un rendimento migliore da parte di tutti». Anche dalla gestione di questa abbondanza dipende la ripartenza della Lazio. Che si gioca tutto in dieci giorni

Sezione: Avversari / Data: Lun 19 febbraio 2018 alle 12:00 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Anna Vuerich
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