Da oggetto misterioso a insostituibile. È questa la parabola dei due anni bolognesi di Erick Pulgar. Il centrocampista cileno è forse la scommessa principale di Donadoni, che per lui stravede e con il lavoro quotidiano lo ha impostato come nuovo Diawara. Davanti alla difesa, il 23enne è un punto fermo per i rossoblù. Lunedì sera a Verona rientrerà dopo un turno di squalifica, la sua seconda partita di questo campionato saltata dopo lo stop per infortunio a Benevento. Nelle altre 11 occasioni ha giocato tutti i minuti disponibili, senza mai essere sostituito.

GARA SUDAMERICANA
Donadoni non se ne vuole privare in nessuna circostanza. Lo ha piazzato come perno centrale del centrocampo nella seconda parte della scorsa stagione e da questo campionato gli ha affidato le chiavi della cabina di regia. Erick ricopre il ruolo con «garra» sudamericana e alcuni angoli da smussare dal punto di vista disciplinare (troppi cartellini gialli), anche fuori dal campo con qualche scivolone di troppo che lo ha visto protagonista in patria. Dice di ispirarsi a Busquets e Vidal, col quale ha vinto la Coppa America nel 2016, ed è legatissimo al Cile, come dimostra il corpo ricoperto di tatuaggi che rappresentano le sue origini: dalla casa dove è nato ai nomi della madre e di tutti i suoi fratelli. La sua importanza per gli equilibri della squadra è fondamentale e per questo Donadoni accoglierà a braccia aperte il suo rientro in campo contro il Verona. Il Bentegodi, peraltro, è lo stadio nel quale ha segnato il suo unico gol in Italia, il 26 ottobre 2016 nell’1-1 contro il Chievo. 

Sezione: Avversari / Data: Ven 17 novembre 2017 alle 12:00 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Ilaria Lauria
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