Fosse capitato uno, due mesi fa, il derby avrebbe pescato un Chievo all’apice del suo malessere. Oggi, trend sempre bigio – una vittoria, 5 ko nelle ultime 6 gare – ma è un Chievo un po’ meno debilitato che da centrocampo in su sta ritrovando i punti fermi.
Da ieri sera in ritiro a Veronello per concentrarsi meglio, la banda Maran ridisegnerà contro l’Hellas il suo triangolo d’oro. Mezzala destra, Castro. Trequartista, Birsa. Davanti, Inglese. Quasi il 70 per cento dei gol, negli ultimi tre tornei, è passato dai loro piedi. E forse non a caso l’unica vittoria dal dicembre scorso a oggi, contro il Cagliari due turni fa, è stata forgiata proprio nel giorno in cui quel trio si riformava dopo quasi tre mesi.

Castro, il cui infortunio di novembre è coinciso con l’inizio della crisi, è il centrocampista gialloblù più pericoloso in fase offensiva, mentre senza palla è secondo solo al colosso di regia Radovanovic per palloni recuperati e contrasti vinti (il 65 per cento). Quando gioca, Castro sa attirare marcature liberando un po’ più di spazio per Birsa. Il quale, connettore tra mediana e attacco, è il tassello clivense che tocca e smista più palloni nella metà campo avversaria, sforna più assist e più cross di tutti, crea insomma le condizioni affinché le punte tentino la sorte in area.
E così si arriva a Inglese, unico vero pungiglione degli avanti clivensi, bomber con 8 gol: è lui quello che va più spesso al tiro e con più precisione (27 su 54, metà delle sue conclusioni sono nello specchio della porta), è lui il principale colpitore di testa – quattro gol, così – in un Chievo ch’è quarto in A per reti aeree (7, in tutto), è lui quello che sa tenere meglio in apprensione le retroguardie altrui (oltre a tenere palla per dare fiato al gioco).
Sia Castro che Birsa che Inglese, alla vigilia del derby, hanno in comune il fatto d’essere sulla via del recupero dai
rispettivi problemi (il lungo ko per Castro, il febbrone per Birsa, il malanno al ginocchio per Inglese) e di avere un’utile settimana in più di lavoro sulle gambe.
Per Rolando Maran, insomma, questa è una certezza, specie per provare a scuotersi dai pochi gol (23) segnati fin qui.

Sempre in fatto di gol, i 43 incassati sono un primato negativo (peraltro il Chievo è la seconda squadra di A che concede
più tiri 428). Il che ci conduce alla difesa e ai dubbi della vigilia.
Dubbi che riguardano soprattutto le fasce. A destra va valutata la condizione di Cacciatore, il crossatore più continuo, reduce da un acciacco: se per il derby non sarà ancora al cento per cento, Maran dovrà scegliere fra Tomovic e il giovane Depaoli. A sinistra, invece, c’è un ballottaggio tra Gobbi e Jaroszynski, col primo in vantaggio per esperienza. Va detto, poi, che in mezzo il vecchio lupo Gamberini, difficilmente al meglio della forma, stava formando un tandem ben collaudato con la new-entry Bani: ne farà le veci, molto probabilmente, un altro senatore, Dainelli.
E veniamo, in chiusura, al dubbio tattico. Dubbio legato a Giaccherini, colpo del mercato invernale, di nuovo in gruppo dopo un problema muscolare.
È facile che Giak possa fare staffetta con Birsa, come contro il Cagliari, quando entrò e ribaltò il match. In tal caso, Chievo col 4-3-1-2. Ma c’è anche l’ipotesi che Giak possa giocare dall’inizio. Un 4-4-2, con lui esterno di mediana a destra e Birsa dietro l’unica punta Inglese, oppure un 4-3-2-1 con lui e Birsa dietro Inglese. Di certo, nel derby, Giaccherini può essere una variabile preziosa, per Maran.

Sezione: Avversari / Data: Ven 09 marzo 2018 alle 14:00 / Fonte: Il Corriere di Verona
Autore: Anna Vuerich
vedi letture
Print