La scorsa stagione il Bologna, oltre ad una statistica da incubo sulle reti subite nell’ultimo quarto d’ora, portò a casa anche un altro record negativo: di tutte le venti squadre di Serie A, in tutta l’annata era stata quella che aveva segnato meno con i giocatori subentrati dalla panchina. Appena due, siglate entrambe da Federico Di Francesco, una all’andata e una al ritorno: importantissima la prima, la rete del 2-0 contro il Cagliari risultata decisiva considerando che poi la partita finì 2-1, tutto sommato inutile la seconda, ultima segnatura nel 4-1 del Dall’Ara contro il Chievo in una gara che, comunque, segnò il ritorno al successo della squadra dopo due mesi abbondanti di serie negativa.

Segno che i cambi, alla fine, raramente avevano ribaltato la situazione per il verso giusto la scorsa stagione. Ma come sta andando questa volta?

 

ORJI E STOP. Ad un terzo del campionato, l’andazzo sembra del tutto simile a quello di un anno fa. Nonostante Donadoni abbia usufruito, in 12 partite, di tutte le 36 sostituzioni disponibili, solo in un’occasione un subentrato è sinora andato in rete: si tratta di Orji Okwonkwo, entrato sullo 0-0 a 4’ dal termine della gara esterna col Sassuolo e autore del gol tre minuti più tardi, più lesto di tutti a ribadire in porta la ribattuta di Consigli su tiro di Palacio. Gol decisivo, da tre punti (anzi, tecnicamente parlando, da due, considerando che si era in condizione di pareggio), l’unico del suo genere sin qui.

Per il resto, nessuna rete e nessun assist dei sostituti, nemmeno quando, contro il Crotone, Donadoni ha provato il tutto per tutto pur di rimontare, alzando il baricentro del gioco con gli ingressi di Destro per Donsah e Falletti per Masina.

 

MODIFICHE. Al contrario, in almeno un paio di occasioni, pur contro avversari ben più attrezzati, il Bologna è parso subire le modifiche di uomini in corsa. Considerando che solo due volte il tecnico si è trovato a sostituire giocatori per infortunio nei primi tempi (Krafth per Torosidis a Bergamo, Nagy per Donsah con la Lazio), è capitato che la squadra abbia incassato reti dopo l’uscita di uomini di peso per il proprio equilibrio.

Come contro il Napoli, quando aveva retto sino all’uscita di Maietta, per poi cedere definitivamente dopo le uscite di Palacio e Destro; o contro l’Inter allorché il discutibile rigore di Mbaye è arrivato poco dopo l’uscita di un Poli ottimo ma spesso in debito d’ossigeno (sostituito in ben 7 occasioni).

Non si può pertanto dire che le sostituzioni abbiano in realtà creato problemi ai rossoblù, ma dall’altro lato continua ad esserci almeno una certezza: i cambi, al di là dell’identità dei giocatori (15 quelli subentrati almeno una volta), non riescono ad incidere. Ed è anche per questo che il Bologna, di norma, i finali di partita li subisce, senza diventarne mai protagonista.

Sezione: Avversari / Data: Gio 16 novembre 2017 alle 13:00 / Fonte: Corriere dello Sport
Autore: Giorgia Segala
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