In certi manualetti che preparano gli studenti all’esame di maturità, si spiega che - una volta capito come organizzare lo studio - si può stilare un programma degli argomenti da ripassare giorno per giorno. Fase difensiva? Fatto. Inserimenti in attacco? Fatto. Movimenti dell’esterno nel 4-3-3? Fatto. Marcature sui calci piazzati? Fatto.

A Casteldebole sono questi giorni in cui si studia per farsi trovare pronti. E l’esame di maturità è la prospettiva più realistica per tanti rossoblù che oggi frequentano una terra di nessuno e galleggiano tra quello che fanno e quello che possono (potranno, forse) diventare. Lo scostante Donsah, il desaparecido Nagy, il Masina in cerca di continuità, l’irriconoscibile Krejcì, il fragile Mbaye, lo stesso Krafth reduce dal timbro Mondiale, l’enigmatico Taider, il Petkovic che rischia di rimanere «per sempre giovane», ovviamente Destro. Sono tutti sotto osservazione. Il Bologna li considera investimenti, ma aspetta che qualcosa producano. Altrimenti, per tutti, a giugno 2018 ci sarà un giudizio definitivo. Promosso o bocciato, al di là dei contratti in scadenza.

 

UNA STAGIONE FA. Nagy e Krejcì, dopo un anno da titolari, sono finiti ospiti fissi della panchina. Ogni tanto Donadoni dà loro un’occasione, ma poi tornano dov’erano. Nagy ha giocato 105 minuti divisi in due spezzoni, Krejcì 149', quattro le fugaci apparizioni. Che gli è successo? Il paradosso è che parliamo di due riserve del Bologna che in Nazionale - Ungheria e Repubblica Ceca - hanno il posto fisso.

 

TERGICRISTALLO. Donsah ogni tanto con le sue dichiarazioni evoca altri lidi e altri club, ma in campo ha il rendimento di un tergicristallo: adesso va, adesso no. Tanto che al suo terzo anno a Bologna non si è ancora capito se i 7 milioni spesi per lui sono stati un buon affare. Tocca a Godfred dimostrarlo. Terza stagione a Casteldebole anche per Masina, «enfant du pays» da cui ci si aspetta sempre il definitivo salto di qualità. Dalla scorsa estate Adam è salito sulla giostra del mercato e il rinnovo non ancora concretizzato - ma presto ci sarà un incontro con l’agente - così come per Donsah non fa che aumentare le possibilità di una partenza.

 

SPERANZE. Donadoni si augura che la qualificazione a Russia 2018 gli abbia riconsegnato un Krafth più sicuro di sè, più affidabile in fase difensiva: insomma, uno su cui puntare. Una scommessa la vale anche Mbaye, ristabilitosi dall’infortunio e pronto a giocarsi il posto sulla fascia destra proprio con lo svedese. Petkovic a settembre ha acceso il fuoco della speranza con prestazioni più che positive, ma poi si è sgonfiato: nelle ultime cinque partite ha visto il campo una sola volta. Va recuperato anche lui. Esattamente come Taider. L’ultima presenza risale a un mese fa, 15 ottobre contro la Spal, poi a fermarlo ci si è messo un infortunio muscolare. Ora scalpita, ma il posto deve guadagnarselo. Di Destro e del sortilegio che lo blocca si è detto di tutto e di più.

Donadoni aspetta segnali. E intanto i dirigenti sono seduti dietro alla cattedra, il prossimo esame di maturità sarà quello che deciderà le sorti di molti.

Sezione: Avversari / Data: Gio 16 novembre 2017 alle 12:00 / Fonte: Corriere dello Sport
Autore: Giorgia Segala
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