A Verona il Bologna ha l’obbligo di invertire la tendenza e arginare la crisi di risultati. Da arginare ci sono pure i primi malumori e le prime incomprensioni e frustrazioni che inevitabilmente il filotto di sconfitte con Atalanta, Lazio, Roma e Crotone si è portato dietro, che a poco più di un mese dalla riapertura del mercato, potrebbero diventare spine nel fianco. Le spine più pungenti, però, potrebbero diventare le voci riguardanti la panchina, qualora al Bentegodi dovesse arrivare la quinta sconfitta consecutiva. Specialmente perché Saputo non ha nascosto il proprio disappunto dopo il ko con il Crotone e ha avuto contatti con allenatori che attendono una panchina, come Walter Mazzarri e Francesco Guidolin: li ha cercati per i suoi Impact di Montreal, prima di virare sul francese Garde e lasciare i pretendenti in attesa di un’altra chiamata. A Donadoni serve quindi un risultato per puntellare la propria panchina e la propria posizione e per evitare che la crisi diventi conclamata. Un pareggio sarebbe meglio di nulla. Un successo scaccerebbe ogni fantasma. Anche perché perché per vincere servono i gol e, qualora i tre punti dovessero abbinarsi al nome di Mattia Destro, ecco che il tecnico prenderebbe due piccioni con una fava. Il numero dieci è in cerca di rilancio e del primo gol stagionale (l’ultima volta è andato a segno il 14 maggio con una doppietta al Pescara). Nel corso della sosta c’è stato un colloquio tra il tecnico e l’attaccante, oltre che tra l’entourage del bomber e la dirigenza, nel tentativo di ricucire lo strappo dato dalle recenti esclusioni e incomprensioni.Recuperare Destro, per il Bologna e per Donadoni, è una esigenza economica e pure tecnica, specie dopo l’infortunio di Di Francesco, che priverà di una freccia lo staff tecnico fino a gennaio. Ma Destro non rappresenta l’unica spina nel fianco. A turbare la tranquillità della rosa e dell’ambiente rossoblù, nelle ultime settimana, è arrivata pure la partita dei rinnovi: non si sblocca quella di Masina, che chiede 800mila euro a stagione contro i 700mila offerti dalla società. Si è arenata la trattativa con Donsah, che dal ritiro del Ghana ha fatto sapere che l’idea di approdare in un club più ambizioso a stretto giro di posta non gli dispiacerebbe. Non è partita nel migliore dei modi neppure la trattativa con Mbaye, in scadenza nel 2019, al quale il Bologna chiede di spalmare parzialmente l’attuale ingaggio (550mila euro) sulle stagioni future per abbassare lo stipendio. Due di loro, al Bentegodi, potrebbero rimanere in panchina. 

 

Sezione: Avversari / Data: Dom 19 novembre 2017 alle 10:00 / Fonte: Il Resto del Carlino
Autore: Ilaria Lauria
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