Il vecchio aficionado si stropicciava gli occhi, l’altra mattina a bordo campo, fra le brume di Casteldebole. «Ma è Destro quello lì?». Proprio così, Mattia sembrava un altro. O semplicemente assomigliava al Destro che fu, o che al Bologna speravano fosse (quando al mercato ci investirono 10 milioni), e sin qui raramente è stato.

C’è ancora una settimana a separare i rossoblù infilzati da quattro batoste consecutive dalla delicatissima trasferta contro il Verona, lunedì al Bentegodi, e si continua a meditare un po’ tutti intorno al bomber che appare e scompare (più la seconda, ahiului). Entrambe le duellanti ci arriveranno gravate dal fardello di quattro pesanti sconfitte, e anzi Pecchia cammina sul precipizio molto più del collega: Donadoni non è ancora a quei brividi, benchè non se la passi benissimo. Per rialzarsi ha bisogno che i suoi interpreti diano il meglio. Solo che Di Francesco si è fermato e starà fuori due mesi, gli infortuni muscolari continuano a non dar tregua e l’ultima vittima è stato Falletti.

E allora? Toc toc, è permesso? Per amore o per forza, bisogna ripassare da Destro, quello dei cinque minuti all’Olimpico. Donadoni lo sa e gli ha parlato. Il rapporto non è più idilliaco, ma entrambi sono consapevoli di non poter fallire. Il centravanti perché il rischio che corre, a soli 26 anni, è quello di un precoce esilio sportivo. Il tecnico perché la fiducia è ai minimi termini e anche fra le pareti di Casteldebole ultimamente si sorride un po’ meno. Recuperare il centravanti poteva essere una strategia, adesso è diventato quasi un obbligo. Dai progressi di Mattia in allenamento alle ipotesi sul modulo. Poi tante alternative non ci sono.

Diceva qualche giorno fa su queste colonne Lorenzo Minotti, ex capitano del Parma e commenattore Sky, che un attacco con Verdi e Palacio dietro a Destro sarebbe una soluzione di tutto rispetto. Sulle posizioni si può discutere, Luca Gotti, il vice allenatore, da giorni ci si va scervellando. Un trequartista e due punte? Due esterni che si stringono e un centravanti? Vedremo.

I prescelti sono loro, e proprio quell’allenamento di cui si diceva in avvio ha in qualche nodo sbloccato la situazione, perchè ha fornito prime incoraggianti risposte anche a Donadoni. Già, non solo il vecchio aficionado abbarbicato alle reti, ma anche il tecnico ha notato un’inedita determinazione di Mattia. E da domani, alla ripresa dei lavori, si aspettano conferme.

Bisogna correre, scattare, mordere. Se Destro non desse sufficienti garanzie, allora si tornerebbe al 4-3-3 classico, ma Krejci e Okwonkwo, più che soluzioni stabili, sembrano rimedi rabberciati, per una squadra che resta al penultimo posto nelle conclusioni a rete. Il ceco s’è inabissato, il nigeriano che decise la gara col Sassuolo è acerbo e ancora limitato. Può servire a partita in corso, meno dall’inizio. La scelta più logica è infondere fiducia a Destro, provare a gestirlo, possibilmente con l’aiuto della dirigenza, sapendo che atleticamente è più indietro degli altri. Non scatta come Palacio, non “dialoga” coi compagni, anche in area, in quest’avvio così tortuoso, ne ha prese pochissime. Sembra un brocco qualunque, ma non lo è. Conviene al Bologna rilanciar lo, conviene soprattutto a Donadoni.

Sezione: Avversari / Data: Lun 13 novembre 2017 alle 10:00 / Fonte: La Repubblica Bologna
Autore: Camilla Dalloco
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