Piove sul bagnato, come ogni estate, a dispetto del caldo. Non bastavano l’agonia del Cesena, il profondo rosso del Bari, le difficoltà dell’Avellino, la solita variegata offerta della Serie C dove si annaspa tra debiti, presidenti in fuga, stipendi non pagati e fideiussioni false. A questo quadro già poco rassicurante, si è aggiunto nelle ultime ore un interrogativo inquietante, che riguarda proprio le fideiussioni presentate da una decina di club di C. Garantite tutte da una società di intermediazione finanziaria, la Finworld Spa, a cui ad aprile scorso la Banca d’Italia ha negato l’iscrizione all’albo unico. Un provvedimento contro cui la società romana ha promosso ricorso al Tar, perdendolo, e successivamente al Consiglio di Stato, che ha concesso la sospensione cautelare del provvedimento, consentendo alla Finworld di operare, ma si è riservata di decidere nel merito solo dopo averne valutato la solidità patrimoniale e finanziaria. Una verifica che non avrebbe dato esiti rassicuranti, motivo per cui il verdetto, atteso in queste ore, sarebbe negativo.

PASTICCIO A questo punto, si aprirebbe l’ennesimo vulnus amministrativo del calcio italiano: come considerare le fideiussioni targate Finworld, che dovrebbero aver già passato il primo esame della Covisoc? Buone, esponendosi ai ricorsi dei club che invece sono stati bocciati, o da sostituire? Ecco, l’ipotesi più probabile, nel caso di pronunciamento negativo del Consiglio di Stato, suggerirebbe di concedere alle società che hanno depositato le garanzie contestate altro tempo per trovare delle fideiussioni alternative, possibilmente più solide. Comunque, ne nascerebbe l’ennesimo pasticcio. Con conseguente dilatazione dei tempi di iscrizione. Pasticcio che poteva anche essere evitato. Perché la Lega Pro, scottata dallo scandalo Messina, a questo giro aveva attivato per tempo le proprie indagini, scoperto che la Finworld non aveva depositato il bilancio 2016, avvisato in via formale tutte le sue società ai rischi cui sarebbero andate incontro, auspicando «... che quanto riferito si leggeva nella nota informativa inviata ai club sia utile per le opportune valutazioni ». Valutazioni che non tutti hanno voluto o potuto fare. Col risultato che anche quest’estate il calcio italiano, appena un paio di gradini più in basso dei milioni e nastrini di Ronaldo, si dibatte sulla validità di pezzo di carta da trecentomila euro.

QUI BARI Che diventano circa tre milioni nel caso del Bari. È la cifra che manca per completare la ricapitalizzazione e sopravvivere tra i professionisti, seppure con qualche punto di penalizzazione nel prossimo campionato di B. Giancaspro, però, sembra non avere nè i soldi nè il tempo di trovarli. E da ieri è ancora più solo, mollato anche dal suo legale e consulente di fiducia, Francesco Biga, che si è dimesso dal Cda con relativo strascico di polemiche e panni sporchi ormai sulla bocca di tutti in città. Una situazione ormai al limite del grottesco, che sta allontanando anche gli ultimi possibili investitori. In una Bari sempre più angosciata (ieri i tifosi hanno tappezzato la città di striscioni), a cominciare dal sindaco Decaro: gli appelli del primo cittadino continuano a cadere nel vuoto, i due interlocutori con cui aveva provato a intavolare una trattativa hanno risposto picche.

CESENA ADDIO È finita, manca solo l’ufficialità. I giocatori ormai da giorni aspettano una telefonata dalla società: ritenetevi liberi, stiamo per portare i libri in tribunale. Passaggio che potrebbe avvenire già lunedi, quando, a questo punto ben prima che lo stabilisca il Tribunale di Forlì (l’udienza fallimentare il 9 agosto) dopo l’ultimo Cda calerà il sipario sulla tormentata gestione Lugaresi e sulla gloriosa storia del Cesena. Il Comune, già da giorni, lavora per garantire un futuro, ripartendo dai Dilettanti, ma al bando pubblicato dal sindaco Lucchi (che ieri ha nuovamente attaccato Lugaresi, il quale continua a sostenere di avere per mano un fondo inglese) non ha ancora risposto nessuno.

IN SERIE C Sono quattro le situazioni disperate: il Mestre ha annunciato che ripartirà dall’Eccellenza, Andria e Lucchese sono ormai out, la Reggiana quasi spacciata. Per Cuneo e Matera sarà una corsa contro il tempo, mentre Juve Stabia, Trapani e Siracusa sembrano in grado di presentarsi con le carte in regola lunedì, quando scadrà il tempo per i ricorsi alla Covisoc (che darà i responsi definitivi giovedì). Particolare, diciamo così, il caso della Triestina: la fideiussione depositata per ottenere l’iscrizione è semplicemente falsa. Altre 48 ore per trovarne una buona.

Sezione: Altre squadre / Data: Sab 14 luglio 2018 alle 15:00 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Anna Vuerich
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