Era l'uomo del primo palo, adesso fa l'opinionista a Tele Arena ma non ha perso il fiuto del gol. Per Totò De Vitis il calcio è tuttto. Prima bomber di razza con le maglie di Taranto, Udinese, Piacenza e Verona poi direttore sportivo del Piacenza e capo osservatori della Fiorentina. Ora aspetta una chiamata per tornare al lavoro, segue il campionato dell'Hellas in B, non si perde una partita del figlio Alessandro, diciannove anni appena compiuti, che ha già messo insieme sei partite e segnato due gol con il Modena. «Consigli? Sto al mio posto - sorride l'ex attaccante del Verona - parlo solo se mio figlio mi chiede qualcosa».
Finalmente la B scopre i giovani...
«Mi sembra giusto. In questi anni, come osservatore della Fiorentina, ho visto tante partite, in tutti i campionati, dalla Francia all'Inghilterra, dalla Germania alla Spagna. Non ci sono problemi per far giocare i giovani. Alla base di tutto c'è la qualità, se un ragazzo è bravo, l'allenatore lo fa giocare, all'estero ci sono giovani di 17 o 18 anni che giocano da titolari in serie A. In Italia non è così, anche se da un anno a questa parte qualcosa è cambiato, soprattutto in serie B. Non ci sono tanti soldi in giro e, allora, è meglio puntare sui giovani».
Ha fatto così anche il Verona?
«Una buona squadra, la sconfitta con il Torino non può fare testo. Ci sono ragazzi come Tachtsidis, D'Alessandro o Natalino che possono fare bene ma la società ha lavorato con razionalità, ha tenuto il blocco che ha vinto la C, ha inseerito giocatori dicategoria e giovani bravi, può arrivare in alto».
Mandorlini?
«La sua storia parla per lui. ha fatto benissimo all'inizio, ha fatto i conti con un paio di stagioni storte ma s'è ripreso. Quando l'anno scorso il Verona ha puntato su di lui, ho capito subito che Martinelli aveva fatto la scelta giusta».
Gli attaccanti gialloblù?
«Non conoscevo Gomez, mi ha sorpreso, ha grandi qualità, può crescere ancora. Ferrari e Bjelanovic sono attaccanti importanti per la B, possono giocare insieme basta ritoccare un po' il modulo. Sono giocatori eclettici, per fare qualche gol in più dovrebbero faticare un po' meno».
Domenica c'è il derby?
«Sfida molto sentita dai tifosi. Ho ricordi bellissimi del derby. La cosa che mi ha impressionato di più? Un derby al Bentegodi, ho visto tutta piena anche la Curva del Vicenza, non era mai successo. Lì ho capito che è questa una gara speciale».
Cosa fare per vincere?
«L'Hellas dovrà giocare una gara perfetta, può farlo, basta vedere cos'ha fatto con Padova e Sampdoria. Attenti al Vicenza, però. Deve riprendersi, Cagni ha già invertito la rotta»
A proposito di Cagni, De Vitis lo conosce bene...
«È stato per otto anni il mio allenatore. Non è cambiato, è l'uomo giusto per il Vicenza, lui può dare il massimo in un momento difficile. domenica l'Hellas dovrà fare i conti con una squadra determinata, attenta, cattiva».
Cagni a Verona ha fallito, perchè?
«Perchè non sono arrivati i risultati. Nel campionato di A la squadra è stata completata troppo tardi, in B siamo partiti con troppa ambizione, sembrava tutto facile, non è stato così e anche lui ha pagato questa situazione difficile. Una parentesi negativa ma s'è rifatto negli anni successivi. Chissà che accoglienza riceverà dai tifosi del Verona?».
E De Vitis pensa alla chiamata dell'Hellas?
«Non voglio nemmeno rispondere a questa domanda, una questione di correttezza nei confronti di chi sta lavorando per portare in alto questa squadra».

Sezione: News / Data: Ven 14 ottobre 2011 alle 17:00 / Fonte: tuttob.com
Autore: Luca Losito
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